Ivrea Consiglio comunale: Sertoli si dimette, la Giunta lo elogia
01-08-2023 03:04 - POLITICA
Ivrea (TO), di Redazione. Un detto cita:
Facciamo un passo indietro, però, perché Stefano Sertoli, per fortuna, è vivo ed ha volutamente scelto di lasciare il ruolo da consigliere per motivi personali. Ha iniziato il suo discorso chiedendo un minuto di silenzio per ricordare mons. Luigi Bettazzi, vescovo emerito di Ivrea, deceduto due settimane fa, all'età di 99 anni, per poi proseguire con la voce strozzata dalla commozione: «Volevo comunicare che per una serie di motivi questo è il mio ultimo Consiglio comunale e rassegno le dimissioni». L'applauso dell'intero Consiglio ha preceduto il suo affondo, soprattutto verso la coalizione, che non aveva risparmiato nemmeno in precedenza, commentando mozioni ed interpellanze: «Vicende personali, di salute e lavoro, che sto cercando, mi hanno portato a questa decisione. Inoltre, mi dispiace, ma non mi appartiene questo modo di fare politica, perché io sono sempre stato un civico, e alla luce di dinamiche, che non riguardano nessuno dei presenti, ma che ci sono state prima e durante la campagna elettorale, con tutto il rispetto per i partiti e per chi li rappresenta, ormai sarò un semplice cittadino, sempre più convinto di essere un civico. Non mi appartiene fare opposizione per partito preso, né dire “no” a prescindere, ma solo quando sono convinto, e comunque sempre con rispetto, perché sono sempre più fermamente convinto che la nostra comunità e i nostri concittadini hanno bisogno che si faccia qualcosa per loro. Tutti noi abbiamo accettato di candidarci per una piccola grande missione, non per soldi, ma perché ci crediamo. E' giusto e doveroso avere idee diverse, perché siamo in democrazia, ma possibilmente senza eccessi. Il confronto è una delle cose più belle e che arricchisce di più. Ripeto, non riguarda nessuno, però non sono d'accordo con il modo in cui sono state prese alcune decisioni, prima della campagna elettorale, per degli accordi fatti tra partiti, sulla testa non del sindaco, ma dei cittadini, in cui le piazze e le città sono state suddivise a tavolino dai partiti. Questo modo di fare politica non mi piace, anche se le mie motivazioni sono personali, e fare il consigliere comunale, come tutti noi sappiamo, non vuol dire solo sedersi ed ascoltare, magari anche in maniera distratta, dormicchiando perché siamo stanchi, ma vuol dire fare riunioni di capigruppo, commissioni, studiare anche gli avversari, perché io credo che la svolta sia riuscire a lavorare insieme anche con idee politiche decisamente diverse. Vi lascio la palla. Tanti tanti auguri di cuore». Il primo a rispondere è stato Luca Spitale, Presidente del Consiglio comunale (PD): «Abbiamo sempre avuto un rapporto umano, non segreto, e se c'è una cosa che devo riconoscere all'ex sindaco, è che, con chiunque abbia parlato, sul suo profilo ho sentito una frase ricorrente: “è un bravo uomo”. Questo non è scontato ed è giusto che glielo si riconosca». La parola è poi passata al sindaco, Matteo Chiantore (PD): «Io ho conosciuto Stefano Sertoli in campagna elettorale e posso semplicemente dire di aver conosciuto una persona leale, concreta, mai polemica, mai sopra le righe, di parola. Credo che quest'oggi questo Consiglio perda un consigliere che avrebbe saputo fare veramente un'opposizione costruttiva. Voglio ringraziare Stefano per l'impegno che ha profuso in questi anni e mi rendo conto adesso, da Sindaco, che ricoprire questo ruolo sia quasi una missione, perché comporta tante rinunce, personali e professionali. Quindi a lui va tutto il ringraziamento della nostra città ed io voglio sperare che possa restare comunque in orbita per i consigli e per l'aiuto che mi ha saputo dare, soprattutto in questo periodo, nel passarmi il testimone. Grazie». La parola è passata all'assessore Francesco Comotto (VI): «Con Stefano, nonostante fossimo seduti su poltrone opposte, è iniziato un rapporto di stima reciproca che dura tutt'ora. Da lui ho imparato diverse cose: intanto la capacità di mediare, che non era nelle mie corde, perché io sono molto impulsivo ed ho imparato che spesso la ponderazione o ragionare di più sulle proprie idee e i propri pensieri nell'immediato è una cosa utile. Lui, la volta scorsa, è riuscito a fare un'operazione di mettere insieme delle anime completamente diverse, anche dal punto di vista ideologico e politico. Ha generato un passaggio epocale per la città, che ha dato vita a questa maggioranza, che è politicamente un po' più eterogenea, rispetto ai canoni a cui eravamo abituati di bipolarismo stretto, per cui è stato un antesignano rispetto a questo, il primo sindaco non legato a un partito».
«Se vuoi che tutti parlino bene di te, muori».
Non è fortunatamente questo il caso, ma, metaforicamente, si potrebbe paragonare a ciò che è accaduto al termine dell'ultimo Consiglio comunale di Ivrea del 24 luglio.Infatti, dopo l'annuncio delle dimissioni del consigliere di minoranza Stefano Sertoli, già sindaco di Ivrea, si è sollevato un coro quasi unanime di elogi da parte dell'intera Giunta, quasi un «coccodrillo»,
con tanto di applauso finale, anche dagli avversarsi politici contro i quali, appena due mesi e mezzo prima, ha corso per la poltrona da sindaco, e che, durante la campagna elettorale, non avevano esitato ad attaccare il suo operato attraverso i media, i social o nei vari confronti politici.Facciamo un passo indietro, però, perché Stefano Sertoli, per fortuna, è vivo ed ha volutamente scelto di lasciare il ruolo da consigliere per motivi personali. Ha iniziato il suo discorso chiedendo un minuto di silenzio per ricordare mons. Luigi Bettazzi, vescovo emerito di Ivrea, deceduto due settimane fa, all'età di 99 anni, per poi proseguire con la voce strozzata dalla commozione: «Volevo comunicare che per una serie di motivi questo è il mio ultimo Consiglio comunale e rassegno le dimissioni». L'applauso dell'intero Consiglio ha preceduto il suo affondo, soprattutto verso la coalizione, che non aveva risparmiato nemmeno in precedenza, commentando mozioni ed interpellanze: «Vicende personali, di salute e lavoro, che sto cercando, mi hanno portato a questa decisione. Inoltre, mi dispiace, ma non mi appartiene questo modo di fare politica, perché io sono sempre stato un civico, e alla luce di dinamiche, che non riguardano nessuno dei presenti, ma che ci sono state prima e durante la campagna elettorale, con tutto il rispetto per i partiti e per chi li rappresenta, ormai sarò un semplice cittadino, sempre più convinto di essere un civico. Non mi appartiene fare opposizione per partito preso, né dire “no” a prescindere, ma solo quando sono convinto, e comunque sempre con rispetto, perché sono sempre più fermamente convinto che la nostra comunità e i nostri concittadini hanno bisogno che si faccia qualcosa per loro. Tutti noi abbiamo accettato di candidarci per una piccola grande missione, non per soldi, ma perché ci crediamo. E' giusto e doveroso avere idee diverse, perché siamo in democrazia, ma possibilmente senza eccessi. Il confronto è una delle cose più belle e che arricchisce di più. Ripeto, non riguarda nessuno, però non sono d'accordo con il modo in cui sono state prese alcune decisioni, prima della campagna elettorale, per degli accordi fatti tra partiti, sulla testa non del sindaco, ma dei cittadini, in cui le piazze e le città sono state suddivise a tavolino dai partiti. Questo modo di fare politica non mi piace, anche se le mie motivazioni sono personali, e fare il consigliere comunale, come tutti noi sappiamo, non vuol dire solo sedersi ed ascoltare, magari anche in maniera distratta, dormicchiando perché siamo stanchi, ma vuol dire fare riunioni di capigruppo, commissioni, studiare anche gli avversari, perché io credo che la svolta sia riuscire a lavorare insieme anche con idee politiche decisamente diverse. Vi lascio la palla. Tanti tanti auguri di cuore». Il primo a rispondere è stato Luca Spitale, Presidente del Consiglio comunale (PD): «Abbiamo sempre avuto un rapporto umano, non segreto, e se c'è una cosa che devo riconoscere all'ex sindaco, è che, con chiunque abbia parlato, sul suo profilo ho sentito una frase ricorrente: “è un bravo uomo”. Questo non è scontato ed è giusto che glielo si riconosca». La parola è poi passata al sindaco, Matteo Chiantore (PD): «Io ho conosciuto Stefano Sertoli in campagna elettorale e posso semplicemente dire di aver conosciuto una persona leale, concreta, mai polemica, mai sopra le righe, di parola. Credo che quest'oggi questo Consiglio perda un consigliere che avrebbe saputo fare veramente un'opposizione costruttiva. Voglio ringraziare Stefano per l'impegno che ha profuso in questi anni e mi rendo conto adesso, da Sindaco, che ricoprire questo ruolo sia quasi una missione, perché comporta tante rinunce, personali e professionali. Quindi a lui va tutto il ringraziamento della nostra città ed io voglio sperare che possa restare comunque in orbita per i consigli e per l'aiuto che mi ha saputo dare, soprattutto in questo periodo, nel passarmi il testimone. Grazie». La parola è passata all'assessore Francesco Comotto (VI): «Con Stefano, nonostante fossimo seduti su poltrone opposte, è iniziato un rapporto di stima reciproca che dura tutt'ora. Da lui ho imparato diverse cose: intanto la capacità di mediare, che non era nelle mie corde, perché io sono molto impulsivo ed ho imparato che spesso la ponderazione o ragionare di più sulle proprie idee e i propri pensieri nell'immediato è una cosa utile. Lui, la volta scorsa, è riuscito a fare un'operazione di mettere insieme delle anime completamente diverse, anche dal punto di vista ideologico e politico. Ha generato un passaggio epocale per la città, che ha dato vita a questa maggioranza, che è politicamente un po' più eterogenea, rispetto ai canoni a cui eravamo abituati di bipolarismo stretto, per cui è stato un antesignano rispetto a questo, il primo sindaco non legato a un partito».
Gli elogi sono proseguiti da altri consiglieri di maggioranza, tra chi ha detto che ha iniziato a fare politica grazie ai suoi consigli e chi ha affermato di aver continuato a lavorare per Unesco grazie a lui.
A questo punto, però, la domanda nasce spontanea: dove avevano messo tutti questi pensieri positivi quando lo attaccavano durante l'ultima campagna elettorale per le elezioni comunali di due mesi e mezzo fa? E a questa ne segue un'altra: perché Sertoli si è ricandidato per poi fare un simile affondo nei confronti degli ormai ex colleghi di campagna che, al contrario, hanno corso con lui mettendo da parte tutte divergenze passate? Ai posteri l'ardua sentenza.
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