Into the wild, la vera storia di Christopher McCandless
30-04-2016 10:54 - CULTURA
Mondo. Di Giada Verre. "Into the wild" (nelle terre estreme) è il libro di Jon Krakauer, pubblicato nel 1997, che racconta la vita di Christopher Johnson McCandless, giovane nomade Statunitense che nel 1990 decise di abbandonare il mondo civilizzato per intraprendere un lungo viaggio nella natura verso l´Alaska. Krakauer si imbattè quasi per caso nella vicenda di Chris McCandless rimanendone quasi ossessionato, e scrisse un lungo articolo sulla rivista "Outside" che suscitò enorme interesse, in seguito, con l´aiuto della famiglia di Chris e tramite il diario del ragazzo scrisse il libro, nel quale oltre alla ricostruzione del viaggio del giovane, vi si trovano i racconti di coloro che lo conobbero durante il suo vagabondare e un´approfondita analisi in cui Krakauer cerca di capire cosa possa aver spinto Chris a ricercare uno stato di purezza assoluta a contatto con la natura incontaminata. Dopo la laurea, ottenuta alla Emory University per soddisfare le alte aspettative dei genitori, il ragazzo decide di fuggire dalla società capitalista e consumista in cui era sempre vissuto, spinto dall´inquietudine dovuta sia al rapporto conflittuale con la famiglia sia all´influenza delle letture di scrittori anticonformisti come Thoreau, Tolstoj e London, che lo porta a vagabondare per due anni negli Stati Uniti e nel Messico del nord, dopo aver donato tutti i suoi risparmi ed averi in beneficenza. La partenza rappresenta per Chris una sorta di rinascita, al punto che decide di cambiare identità, presentandosi con lo pseudonimo di Alexander Supertramp. Dopo due anni di vita libera senza avere contatti con la famiglia Chris raggiunge il suo traguardo arrivando nell´aprile del 1992 in Alaska, a nord del monte McKinley, fisicamente impreparato e mal equipaggiato. Qui trova ciò che stava cercando: una natura selvaggia ed incontaminata, che gli fa capire, dopo qualche tempo, che la felicità non è nelle cose materiali che circondano l´uomo, ma nella piena condivisione e nell´incontro incondizionato con l´altro, come scrisse nel suo diario pochi giorni prima di morire: "la felicità è reale solo quando è condivisa". Dopo cinque mesi di vita estrema in quelle terre selvagge, senza civilizzazione, nutrendosi di carni di animali e bacche e alloggiando in un vecchio bus abbandonato da lui soprannominato "Magic Bus", Chris, raggiunta una sorta di riconciliazione con sé stesso e con gli altri, decide di tornare a casa. Incamminatosi lungo la Stampede Trail è costretto a fermarsi davanti al fiume impetuoso che mesi prima aveva facilmente guadato grazie al ghiaccio che lo ricopriva. Intrappolato nella natura selvaggia, senza mappe che lo aiutassero ad orientarsi, Chris ritorna al bus dove morirà di stenti il 18 agosto del 1992, dopo aver erroneamente mangiato delle bacche avvelenate. Ma questa fine non sembra spaventare il ragazzo, che è anzi felice di aver raggiunto il suo sogno e di poter morire in mezzo alla natura, l´unico luogo dove si è sentito veramente realizzato. Il corpo di Christopher venne trovato due settimane dopo da due cacciatori, accanto al suo cadavere furono ritrovati, oltre che a diversi oggetti di cui si era servito per sopravvivere, una macchina fotografica, alcuni libri e il diario che aveva inaugurato al suo arrivo in Alaska, grazie al quale Krakauer ha potuto ricostruire le ultime settimane di vita del giovane. "Into the wild" non è solo la storia di Christopher McCandless, ma è anche una metafora sul rapporto tra civiltà e natura, è un´analisi profonda del bisogno umano di fuggire da una società malata, rompendo con tutti i vincoli convenzionali e vivendo nella libertà assoluta. La figura di McCandless è diventata molto popolare negli anni, considerato da alcuni un pazzo, un sognatore, un idealista, un illuso, resta il fatto che i suoi sentimenti, tra cui l´inquietudine e la necessità di evadere da un luogo a cui non si sente di appartenere, sono sentimenti umani, in cui chiunque si può rispecchiare. L´esperienza di Chris, che considerava sé stesso come "Un viaggiatore esteta la cui casa è la strada" è importante perché spinge le persone ad andare oltre i confini, incitandole a trovare il coraggio per realizzare i propri sogni. Chris credeva talmente tanto nel suo sogno al punto di accettare anche la morte pur di raggiungerlo, intraprendendo quella che lui definiva "La rivoluzione spirituale per uccidere il falso essere interno" costantemente alla ricerca della libertà.
"Da due anni cammina per il mondo. Il massimo della libertà, un estremista. Un viaggiatore esteta la cui casa è la strada. Egli fugge e cammina da solo sulla terra per perdersi nella natura selvaggia"
-Scritta lasciata da McCandless all´interno del "Magic Bus"
"Da due anni cammina per il mondo. Il massimo della libertà, un estremista. Un viaggiatore esteta la cui casa è la strada. Egli fugge e cammina da solo sulla terra per perdersi nella natura selvaggia"
-Scritta lasciata da McCandless all´interno del "Magic Bus"
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