David Bowie: curiosità ed inesattezze della star dagli occhi NON di color diverso.
12-01-2016 01:17 - ATTUALITA´
Italia (Mondo), di Désirée Gabella. E´ morto David Bowie. Che riposi in pace. La morte di un grande artista che ha creato una rivoluzione nel suo campo fa sempre scalpore. La cosa più scioccante in questi casi, però, e´ come ormai il tam tam mediatico aumentato esponenzialmente grazie ad internet ed ai social media, ormai crea un fenomeno per tutto e tra tutti. Ed è così che muore qualcuno, soprattutto qualcuno di noto, e tutti si mostrano affranti...anche chi magari fino al giorno prima non sapeva nemmeno chi fosse la salma. E così è´ successo anche per Bowie, icona rivoluzionaria del rock, portato ad esempio anche dai Rolling Stones (mica dal gruppetto di quartiere) ed ecco che anche chi inizialmente aveva accennato un "Bowie chi?", fa mente locale, si documenta un po´ in internet, ascolta qualche suo brano, e poi, finalmente realizza..."Ah e´ quello che aveva fatto i gingle per la trasmissione ´Meteore´ e per una pubblicità famosa!"... Ed ecco che così chiunque diventa un critico musicale e sembra che non abbia mai ascoltato altro in vita sua! Ma poi, quando ci si scontra con la realtà, ci si imbatte in una giungla di gente che non solo ne sa poco o niente di artisti del suo calibro, ma addirittura non si sono nemmeno presi la briga di documentarsi a dovere prima di fingere di averlo conosciuto fin dalla sua nascita. La cosa peggiore è che la maggior parte di questi sono giornalisti, che non devono essere necessariamente tuttologi, ma almeno dovrebbero essere esperti nel reperire informazioni esatte e, per lo meno verificarle.
In realtà, dall´annuncio della morte di Bowie, oltre a pronunciare il suo nome nei modi più disparati, e a riempire rotocalchi di ovvie banalità, non sono mancate anche inesattezze da parte dei giornalisti, la più banale, ma costantemente ripetuta, quindi non verificata, e´ legata agli occhi del rocker. Sulla maggior parte dei Tg nazionali hanno continuato a ripetere "l´uomo dagli occhi bicolore", ma nessuno si è preoccupato di verificare se fosse vero. Ciò che infatti hanno definito "occhi bicolore" ed attribuito a Bowie, si chiama scientificamente Eterocromia ed è "la caratteristica somatica di quegli individui che presentano differente colorazione di due parti del corpo omologhe. Solitamente si intende nello specifico la differente colorazione delle iridi, trattandosi del caso più comune di eterocromia". Ma questa non riguardava il cantante, il quale, infatti, aveva gli occhi visibilmente diversi e per un effetto ottico potevano sembrare di colore diverso, ma in realtà ciò era dovuto al fatto che "nel 1962, durante un litigio a causa di una ragazza, Underwood colpisce David con un pugno all´occhio sinistro causandogli una midriasi permanente e lasciandolo con una percezione alterata della profondità e della luce. Per questo motivo l´occhio sinistro di David verrà spesso erroneamente creduto affetto da eterocromia, quando le iridi sono in realtà del medesimo colore" (cit. Wikipedia). La midriasi, per l´appunto, "è la condizione fisiologica di dilatazione della pupilla dell´occhio in assenza di luce". Ecco il reale motivo di questa diversità tra i due occhi di Bowie. Non occhi di colore diverso, non un occhio di vetro, come qualche utente della rete ha dubitato. Nulla di tutto ciò, ma vicende di gioventù, quando era inizi della sua carriera, quando "David e George Underwood si uniscono ad altri studenti che suonano in un trio chiamato The Kon-rads". Ma la biografia e´ lunga, le influenze che ne determineranno il suo stile ribelle sono molte, a partire dalla sua infanzia e dal suo primo esempio, il fratello. Si legge infatti "Un ruolo fondamentale nell´educazione musicale di David lo svolge il fratellastro Terry Burns, nato nel 1937 da una precedente relazione della madre. «Terry è stato l´inizio di tutto, per me» racconterà Bowie anni dopo, «leggeva un sacco di scrittori beat e ascoltava jazzisti come John Coltrane e Eric Dolphy... mentre io frequentavo ancora la scuola, lui ogni sabato sera andava in centro a sentire il jazz in diversi locali... si faceva crescere i capelli e, a suo modo, era un ribelle... tutto questo ebbe una grossa influenza su di me». Affetto da schizofrenia e confinato nel reparto psichiatrico del Cane Hill Hospital di Londra dagli anni settanta al 1985, anno in cui si toglierà la vita gettandosi sotto un treno". Ciò che è divenuto Bowie in seguito parte da qui, dalla sua infanzia, un´infanzia che, come per chiunque, ne influenzerà l´età adulta. Ed è ciò che l´ha portato a diventare un rivoluzionario del rock, che non ha seguito uno stile, ma ne ha creato uno suo, giocando continuamente su ambiguità e polivalenze, un vero e proprio "trasformista", divenendo un artista poliedrico, spaziando da cantante ad attore, reinterpretandosi continuamente e restando eternamente leggenda anche nella sua dipartita, con una lotta contro il male scuro durata 18 mesi, paradosso per chi era denominato "Il Duca Bianco", ed uscendo con il suo ultimo capolavoro tre giorni prima del suo requiem eterno.
In realtà, dall´annuncio della morte di Bowie, oltre a pronunciare il suo nome nei modi più disparati, e a riempire rotocalchi di ovvie banalità, non sono mancate anche inesattezze da parte dei giornalisti, la più banale, ma costantemente ripetuta, quindi non verificata, e´ legata agli occhi del rocker. Sulla maggior parte dei Tg nazionali hanno continuato a ripetere "l´uomo dagli occhi bicolore", ma nessuno si è preoccupato di verificare se fosse vero. Ciò che infatti hanno definito "occhi bicolore" ed attribuito a Bowie, si chiama scientificamente Eterocromia ed è "la caratteristica somatica di quegli individui che presentano differente colorazione di due parti del corpo omologhe. Solitamente si intende nello specifico la differente colorazione delle iridi, trattandosi del caso più comune di eterocromia". Ma questa non riguardava il cantante, il quale, infatti, aveva gli occhi visibilmente diversi e per un effetto ottico potevano sembrare di colore diverso, ma in realtà ciò era dovuto al fatto che "nel 1962, durante un litigio a causa di una ragazza, Underwood colpisce David con un pugno all´occhio sinistro causandogli una midriasi permanente e lasciandolo con una percezione alterata della profondità e della luce. Per questo motivo l´occhio sinistro di David verrà spesso erroneamente creduto affetto da eterocromia, quando le iridi sono in realtà del medesimo colore" (cit. Wikipedia). La midriasi, per l´appunto, "è la condizione fisiologica di dilatazione della pupilla dell´occhio in assenza di luce". Ecco il reale motivo di questa diversità tra i due occhi di Bowie. Non occhi di colore diverso, non un occhio di vetro, come qualche utente della rete ha dubitato. Nulla di tutto ciò, ma vicende di gioventù, quando era inizi della sua carriera, quando "David e George Underwood si uniscono ad altri studenti che suonano in un trio chiamato The Kon-rads". Ma la biografia e´ lunga, le influenze che ne determineranno il suo stile ribelle sono molte, a partire dalla sua infanzia e dal suo primo esempio, il fratello. Si legge infatti "Un ruolo fondamentale nell´educazione musicale di David lo svolge il fratellastro Terry Burns, nato nel 1937 da una precedente relazione della madre. «Terry è stato l´inizio di tutto, per me» racconterà Bowie anni dopo, «leggeva un sacco di scrittori beat e ascoltava jazzisti come John Coltrane e Eric Dolphy... mentre io frequentavo ancora la scuola, lui ogni sabato sera andava in centro a sentire il jazz in diversi locali... si faceva crescere i capelli e, a suo modo, era un ribelle... tutto questo ebbe una grossa influenza su di me». Affetto da schizofrenia e confinato nel reparto psichiatrico del Cane Hill Hospital di Londra dagli anni settanta al 1985, anno in cui si toglierà la vita gettandosi sotto un treno". Ciò che è divenuto Bowie in seguito parte da qui, dalla sua infanzia, un´infanzia che, come per chiunque, ne influenzerà l´età adulta. Ed è ciò che l´ha portato a diventare un rivoluzionario del rock, che non ha seguito uno stile, ma ne ha creato uno suo, giocando continuamente su ambiguità e polivalenze, un vero e proprio "trasformista", divenendo un artista poliedrico, spaziando da cantante ad attore, reinterpretandosi continuamente e restando eternamente leggenda anche nella sua dipartita, con una lotta contro il male scuro durata 18 mesi, paradosso per chi era denominato "Il Duca Bianco", ed uscendo con il suo ultimo capolavoro tre giorni prima del suo requiem eterno.
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