Srebrenica, anniversario di un massacro
10-07-2015 21:49 - ATTUALITA´














Ivrea (TO), di Giada Verre. L´11 Luglio 1995, durante il conflitto nella Bosnia ed Erzegovina, nella città di Srebrenica venne compiuto uno dei più grandi massacri della storia moderna. Sono passati vent´anni da quel giorno di sangue, quel giorno durante il quale le truppe serbo-bosniache guidate dal generale Ratko Mladic entrarono nella cittadina di Srebrenica, allora zona protetta sotto la tutela delle Nazioni Unite, e uccisero migliaia di musulmani bosniaci, per lo più profughi fuggiti dalla pulizia etnica in corso nella Bosnia orientale. Il conflitto in Bosnia ed Erzegovina, scoppiato nel 1992, si inserisce all´interno delle guerre Jugoslave svoltesi tra il 1991 e il 1995. Dopo la morte del generale Tito, avvenuta nel 1980, nacquero nelle diverse repubbliche della Jugoslavia forti spinte nazionaliste, che miravano all´indipendenza. Il centro della guerra si svolse nella Bosnia ed Erzegovina, dove vennero perpetrati atroci crimini contro l´umanità, come i campi di stupro, i genocidi e la pulizia etnica; inoltre l´assedio di Sarajevo (5 aprile 1992-29 febbraio 1996) è stato il più lungo assedio della storia bellica moderna. Il conflitto vide il coinvolgimento di tre principali gruppi nazionali: serbi, croati e bosgnacchi (cittadini bosniaci di fede musulmana). Intervenne l´ONU per porre fine al conflitto e all´assedio, incrementando la propria presenza nei punti ritenuti più critici, nella città di Srebrenica e nelle zone limitrofe, per cui veniva garantita una difesa totale, all´occorrenza anche ricorrendo alla forza, utilizzando soldati di protezione delle Nazioni Unite. Tali garanzie vennero violate l´11 Luglio 1995, negli ultimi mesi della guerra, quando, dopo un´offensiva durata cinque giorni, la città venne attaccata dalle truppe serbe, e gli uomini dai 12 ai 77 anni vennero uccisi e sepolti in fosse comuni, sotto lo sguardo di 600 caschi blu dell´ONU e tre compagnie olandesi Dutchbat, ovvero coloro che avrebbero dovuto proteggerli. Secondo le istituzioni ufficiali i morti furono oltre 8.372, altre associazioni affermano che furono oltre 10.000; fino ad oggi solo 6.414 salme sono state identificate, mentre migliaia di altre, esumate dalle fosse comuni, attendono ancora di essere identificate. I responsabili politici e militari sono rimasti largamente impuniti, come del resto avvenne per tutti i crimini perpetuati in Bosia: solamente sei dei 19 accusati dal Tribunale penale per l´ex-Jugoslavia sono stati finora processati e condannati. Il 2 marzo 2007 il tribunale Penale Internazionale dell´Aja, pur definendo il massacro di Srebrenica un genocidio, assolse la Serbia dalle responsabilità, così come venne assolto il non intervento dell´ONU, la cui posizione ufficiale è che al momento dell´attacco le truppe fossero scarsamente armate. Ogni anno l´11 luglio, anniversario della strage, vengono seppellite le vittime esumate dalle fosse comuni, dette "secondarie" perché alla fine della guerra i cadaveri vennero trasferiti dai soldati serbi nel tentativo di occultare le prove del massacro. La situazione attuale in Bosnia è precaria, con fatica il paese cerca di rialzarsi dalle ceneri di una guerra che l´ha distrutto, nonostante la firma degli accordi di Dayton del 1998 che sancivano la fine della guerra, la Bosnia rimane una ferita che sanguina ancora. A 20 anni dal massacro di Srebrenica i parenti delle vittime chiedono ancora giustizia, così come chiede giustizia il popolo bosniaco; ma è una giustizia che tarda ad arrivare, e gli atroci crimini commessi continuano a rimanere impuniti.
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