Renzi nuovo leader del Pd. Il Segretario che piace anche alla destra.
09-12-2013 12:30 - POLITICA
Italia, di Lina Pasca. E´ Matteo Renzi il nuovo Segretario del Partito Democratico. Al Sindaco di Firenze è andato il 67,8% dei voti in una domenica che ha visto quasi 3 milioni di italiani recarsi ai gazebo per esprimere la propria preferenza. Disastroso il risultato dei suoi antagonisti. Gianni Cuperlo si ferma al 18% seguito da Pippo Civati con un deludente 14,2%. "Da oggi non ci sono più alibi per nessuno, l´inciucio è battuto - ha dichiarato il neoeletto - non possiamo più aspettare per il cambiamento". Così ha lanciato il primo avviso, forte di una vittoria schiacciante che ha convinto persino gli elettori della destra italica. Già. Perchè con le sue idee liberali e riformiste, il rottamatore toscano è l´unico politico di sinistra completamente staccato dalla vecchia nomenclatura. E´ riuscito a convincere con la sua moderna dialettica un po´ tutti, gli avversari politici di altre sponde da una parte, i comunisti propensi al cambiamento dall´altra. Fa riflettere il fatto che Renzi abbia sbancato nelle regioni rosse. Ha stravinto a Bologna e in tutta l´Emilia Romagna arrivando al 71%, lì dove l´establishment democratico sosteneva Cuperlo. La rossa terra emiliana-romagnola, dove 350.000 persone hanno affollato i gazebo, ha scelto di non ascoltare l´apparato. Una tendenza registrata anche in altre Regioni storicamente più a sinistra che hanno scelto di "cambiare verso": il sindaco di Firenze sfiora infatti l´80% nella sua Toscana e oltre il 70% in Umbria. Col trionfo di Renzi, la sinistra rischia di perdere il suo corredo genetico, ma la sua vittoria rappresenta la strada giusta per avvicinare di nuovo la gente, ormai stanca, alla politica. E´ stato lo stesso Cuperlo ad ammettere di non essere riuscito a trasmettere agli elettori quel suo senso di affinità e parentela col vecchio sistema. "Mi sono candidato e ho perso - ha commentato il deputato triestino - la responsabilità di quello che non siamo riusciti a fare è interamente mia". Forse. Ma non solo. La vittoria schiacciante di Renzi è la dimostrazione eclatante e diretta che l´apparato sta cominciando a scricchiolare, a sinistra, come a destra. Volti nuovi, merito ed innovazione sono le parole d´ordine del Pd all´indomani del voto e rappresentano la nuova mentalità politica che, seppur a fatica, sta cercando di trovare spazio nei meandri del Palazzo. E´ sempre Cuperlo ad ammetterlo: "La sinistra ora ha una storia interamente nuova da scrivere". Niente di più vero. Ma ha anche aggiunto che la riscoperta dei valori della sinistra non si esaurisce con la conclusione delle consultazioni, anzi, sarà il suo fine costante. Guarda già avanti invece Civati. Dopo la constatazione della sua amara sconfitta, il suo pensiero è andato alle prossime elezioni politiche. "Abbiamo un grande partito - ha sottolineato -. Vorrei che avesse anche coraggio: con questo gruppo dirigente possiamo farle le elezioni e possiamo anche vincerle. E già la prossima settimana possiamo fare una nuova legge elettorale". Dopo essersi congratulati col neo segretario, Cuperlo e Civati hanno espresso i loro migliori auguri al nuovo gruppo dirigente che si andrà ad insediare alla segreteria. Anche Enrico Letta ha commentato positivamente il risultato delle primarie: "Lavoreremo insieme con uno spirito di squadra che sarà fruttuoso - ha dichiarato il premier - utile al Paese e al centrosinistra". Dal canto suo, il sindaco di Firenze ha ben risposto. Dal palco del Teatro Obihall di Firenze dove ha tenuto il suo primo discorso da nuovo leader, Renzi ha ringraziato i candidati sconfitti, dichiarando che, tra i due, Cuperlo è la persona nel partito con cui ha più voglia di discutere e confrontarsi. E´ apparso, questo, un messaggio chiaro contro chi vede fantasmi di scissione e per far intendere che Matteo Renzi è il segretario del Pd, di tutto il Pd, non solo di una parte. Ha avuto poi parole pesanti per Grillo attaccando il suo Vaffa-day di domenica scorsa. "Quarantamila persone si sono raccolte per dire ´vaffa´ - ha dichiarato davanti a una platea in visibilio - oggi oltre 2 milioni di persone sono andate a votare per fidarsi di nuovo". E giù applausi, lunghi applausi, durante un discorso di ringraziamento attraverso cui il politico toscano non ha celato né la sua soddisfazione per la vittoria appena conquistata, né un pizzico di condivisibile emozione. "Un modo per dire che per il cambiamento non c´è più tempo. Da oggi non c´è più alibi per nessuno - ha continuato -. Chi ha votato oggi ci ha dato l´idea che si possa ancora credere nella cosa pubblica, che il coinvolgimento può ancora cambiare le cose". Sottolineando che le nuove leve della politica e della vita sociale non devono mai fare a meno dell´esperienza dei più anziani, ha rimarcato l´accento sul ricambio generazionale: "Adesso tocca a noi. Tocca ad una nuova generazione . E questa volta il cambiamento sarà vero". E ha aggiunto: "Questa non è la fine della sinistra, noi stiamo solo cambiando il gruppo dirigente della sinistra". Un passaggio, quello sul suo "nuovo" Pd, accolto da un´ovazione. "Noi non vogliamo sostituire un gruppo di potere con un altro, noi abbiamo preso tutti questi voti per scardinare il sistema". All´indomani delle consultazioni che hanno visto trionfare Renzi, una domanda è d´obbligo: qualcuno interno al sistema da scardinare, starà già tremando?
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