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Ivrea: esuberi per Vodafone. Dipendenti e Sindacati in fermento

20-04-2023 02:13 - SINDACALE
Ivrea (TO). Di Redazione. Settimane di preoccupazione per i

lavoratori Vodafone di tutta Italia,

e non fanno eccezione quelli di Ivrea, che, da qualche settimana,

sono venuti a conoscenza del fatto che l'azienda abbia dichiarato una previsione di esuberi.

Da qualche anno, la nota compagnia telefonica, subentrata agli inizi del 2000 alla

Omnitel,

che da metà anni '90 aveva garantito centinaia di posti di lavoro a giovani eporediesi, e non solo, ha applicato procedure di riduzione del personale, tra cui buoni incentivi in denaro per il licenziamento volontario. Da qualche tempo, ad Ivrea, le voci di presunte dichiarazioni di esubero aleggiavano nell'aria, ma nessuno immaginava che la situazione potesse essere così grave. Da un comunicato unitario delle organizzazioni sindacali (Slc Cgil FisTel Cisl, Uilcom Uil, Ugl Telecomunicazioni), nella giornata del 12 Aprile, Vodafone ha avviato la procedura di licenziamento collettivo per riduzione del personale per un numero di 1003 addetti su una platea complessiva di 5598 lavoratori. Dopo due incontri tra Organizzazioni Sindacali e rappresentanti aziendali, in cui si sono registrate profonde distanze tra le parti, Vodafone Italia ha deciso, attraverso l'avvio di questa procedura, di proseguire il suo piano di ristrutturazione. «La crisi sistemica del settore non può essere gestita esclusivamente azienda per azienda, unicamente attraverso misure di incentivazione all'esodo e ammortizzatori sociali – hanno ribadito le OO.SS – Servono interventi strutturali e sistemici, che non sono più ricercabili ed individuabili nella sola contrattazione aziendale. Gli accordi di riorganizzazione e ristrutturazione all'interno delle aziende del settore delle TLC, se non accompagnati da misure straordinarie da parte del Governo, sono solo un mero strumento di rallentamento della fine del comparto. Per questo, con forza, è stato richiesto, da parte del Sindacato l'apertura di un confronto per individuare tutte quelle azioni e misure strutturali (investimenti e formazione costante) per dare stabilità nel lungo periodo, e superare questa crisi di settore che diversamente rischia, di impoverire sempre più un settore strategico come quello delle telecomunicazioni». Proprio per questo, nei giorni scorsi, a conferma della determinazione delle OO.SS., sono state aperte le procedure di raffreddamento con Asstel: «Per una grande mobilitazione di settore e conseguente sciopero, qualora non arrivassero le giuste risposte a quanto da mesi s i richiede e sollecita a gran voce – hanno dichiarato - Le eccedenze di Vodafone, non sono reali esuberi derivanti dalla carenza di lavoro, sono la risposta aziendale alla contrazione dei ricavi perseguendo la riduzione del costo del lavoro. La procedura di licenziamento notificata ne è la dimostrazione tangibile, con una suddivisione delle eccedenze in riferimento a settori e sedi, incoerente rispetto ai veri fabbisogni, ma esclusivamente dettati da un taglio lineare dei costi. Emerge, anche, il chiaro intento di andare a colpire in maniera indiscriminata quelle lavoratrici e quei lavoratori, riqualificati e ri-professionalizzati per effetto dell'impianto virtuoso della contrattazione di anticipo che ha caratterizzato gli accordi sindacali negli ultimi anni e che adesso risulta superata se non si interviene con vere misure di sistema da parte del Governo. Questa procedura mira a colpire le fondamenta del percorso che le parti avevano realizzato, attraverso accordi di prospettiva e non impattanti su salario e diritti delle lavoratrici e dei lavoratori. Aver individuato esuberi anche in quei reparti operanti su attività oggetto di re-internalizzazione dimostra la totale miopia di una azienda che mostra chiaramente il becero obiettivo di dismettere, tagliando costi, piuttosto che investire e valorizzare le professionalità interne. Ancor più stridenti le numeriche di “efficienze” con % molto pesanti in alcuni reparti, quando prima di qualunque altra azione, è, e sarà, indispensabile mappare l'utilizzo di Consulenti, anche Intragruppo Vodafone. La procedura di licenziamento avviata manifesta palesemente una Vodafone che naviga a vista, senza alcun obiettivo strategico ed industriale. Quanto finora denunciato, si rende ancor più evidente facendo riferimento alla gara Consip, per la fornitura di servizi di telefonia mobile e servizi connessi e opzionali per tutta la Pubblica Amministrazione. Considerato il pesante ribasso offerto da Vodafone, non vorremmo che l'azienda piuttosto che puntare alla valorizzazione delle risorse umane in forza, puntasse a trasformarsi in una stazione appaltante ricercando fornitori con manodopera a basso costo. Non sarà il ricatto occupazionale a metter fretta, nella ricerca delle soluzioni più congrue per salvaguardare la piena occupazione. Le soluzioni che si andranno ad individuare dovranno avere una chiara prospettiva nel tempo, e non potranno prescindere da un importante piano formativo finalizzato alla riconversione professionale verso quelle nuove attività che il mercato ed il settore richiedono. Il tutto all'interno di un contesto regolatorio che metta in sicurezza il settore, i 120 mila addetti che operano nel mondo delle telecomunicazioni, e tutto il sistema dell'indotto e degli appalti. La procedura è lunga, ha una durata di 75 giorni, e le organizzazioni sindacali sfrutteranno tutto il tempo messo a disposizione dalla norma per ricercare le soluzioni a tutela del lavoro, del salario, della professionalità delle lavoratrici e dei lavoratori di Vodafone Italia, sui tavoli aziendali ma soprattutto sui tavoli di confronto con le Istituzioni. L'attuale Governo non può più sottrarsi dall'affrontare le problematiche ataviche di un settore strategico per il sistema paese, così come han fatto tutti i governi dell'ultimo decennio».
Dal 2007, Vodafone Italia ha avviato procedure di riduzione del personale, come cessione di rami d'azienda, contratti di solidarietà, incentivazione all'uscita, che, in alcuni casi hanno visto i dipendenti reagire, anche mediante cause aziendali, dimostrando l'illegittimità delle procedure (come nel caso della cessione di ramo d'azienda avviata nel 2007 e conclusa con l'ultima vittoria e reintegro dei dipendenti pochi anni fa). Foto di repertorio.

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