Il massacro in Oregon, l´America tra armi e stragi
07-10-2015 10:49 - CRONACA
Oregon (Mondo) di Giada Verre. Giovedì 1 Ottobre alle ore 10.30, ora locale, la polizia di Roseburg, cittadina a Sud di Portland, nell´Oregon, riceve una chiamata d´emergenza per colpi d´arma da fuoco all´Umpqua Community College, complesso universitario con diverse migliaia di studenti. Chris Harper Mercer, 26 anni, simpatizzante dell´IRA, ossessionato dalla religione e dalle armi, entra nel college munito di diverse armi da fuoco, tra cui tre pistole e un fucile, fa alzare in piedi gli studenti, chiede di che fede fossero, poi li uccide a bruciapelo; le vittime sono 9, i feriti 7. Il killer, che aveva annunciato il folle gesto su internet il giorno prima, all´arrivo della polizia nel Campus si è tolto la vita. L´Umpqua Community College è il teatro dell´ultima strage consumata in una scuola o in un´università negli USA, ma non è il primo. In una società dove comprare un´arma è più facile che ricevere delle cure ospedaliere, il numero delle vittime da arma da fuoco è impressionante, i dati più recenti che si hanno a disposizione sono quelli del 2013, e affermano che solo in quell´anno i morti sono stati 33.169. La strage in Oregon è l´ultima di una lunga lista in cui compaiono i nomi della Columbine High School, della Virginia Polytechnic Institute e della Sandy Hook Elementary School, che furono lo scenario di analoghi massacri nel 1999, nel 2007 e nel 2012. Analoghi anche i profili dei killer, individui disturbati, per lo più giovani disadattati, magari anche con diversi precedenti, che per sfogare la propria rabbia esistenziale compirono l´estremo folle gesto, stroncando la vita di decine di persone. In un messaggio alla nazione, il presidente Barack Obama chiede con forza una riforma delle leggi per la vendita di armi da fuoco: "Non ci sono leggi sufficienti sul controllo delle armi" ha detto il presidente statunitense in diretta tv, "spero di non dover tornare nel mio mandato di presidente a fare le condoglianze. Siamo tutti responsabili". È da anni che il presidente si batte per ridurre la diffusione delle armi nel paese, contrastato al Senato e alla camera dei rappresentanti dai politici vicini alle potentissime lobby delle armi, guidate dalla National Rifle Association. Il presidente ha inoltre invitato i cittadini americani a riflettere su quanti morti ha causato il terrorismo e quanti, invece, la violenza armata. Attualmente in quasi tutti gli stati americani, chiunque abbia più di 21 anni può acquistare una pistola, mentre i maggiori di 18 anni possono acquistare un fucile o un fucile a canna liscia. Non possono acquistare armi i tossicodipendenti, i fuggitivi e le persone con disturbi psichici, ma spesso i problemi mentali vengono taciuti, e l´arma viene ugualmente venduta. Inoltre per aggirare i controlli si può ricorrere alla vendita di armi tra privati, che in America è legale. Come se non fosse già abbastanza facile acquistare un´arma, nel paese si tengono numerosi "Gun Show" le "fiere delle armi" che ne sponsorizzano la vendita. Da molti anni il paese si divide tra chi è contro la vendita delle armi da fuoco, ritenendole inutili e pericolose, e chi invece sostiene che senza una difesa non si sentirebbe al sicuro. Tra coloro che si battono per un maggiore controllo sulla vendita delle armi, ci sono anche i parenti delle vittime dei massacri che hanno segnato la storia degli Stati Uniti d´America. I padri, i fratelli, gli amici, degli studenti della Virginia Polytechnic Institute, della Columbine High School e dei molti altri scenari di stragi americane, a cui si aggiunge il nome dell´Umpqua Community College.
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