Il Convento di San Bernardino d'Ivrea donato al FAI
23-06-2023 23:00 - ATTUALITA´
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Ivrea (TO). Di Désirée Gabella.
Il 23 giugno 2023 diventerà una data importante per Ivrea,
in quanto,proprio oggi, è stato donato il Convento di San Bernardino – Casa Olivetti a Ivrea – al FAI da parte degli eredi della famiglia Olivetti e Tim.Si tratta di: «Un grande progetto di recupero finanziato dal Ministero della cultura e da Compagnia di San Paolo per raccontare l'impresa di Adriano Olivetti nel luogo che fu la casa di famiglia», si legge in una dichiarazione del FAI – Fondo Ambiente Italiano.
La notizia è stata data oggi, proprio all'interno della chiesa del convento, al cospetto di un'opera rinascimentale italiana quale è il ciclo di affreschi sul tramezzo della chiesa francescana, di «Vita e passione di Cristo», del pittore Giovanni Martino Spanzotti, pittore italiano, nato a Casale Monferrato e morto a Chivasso, vissuto circa tra il 1455 e il 1528, che fu tra i principali interpreti del rinnovamento in senso rinascimentale della pittura in Piemonte. Presenti all'evento: rappresentanti del FAI; Beniamino de' Liguori Carino, nipote di Adriano Olivetti, oltre che Segretario Generale della Fondazione di Adriano Olivetti, e rappresentanti di Tim. Ospite d'onore è stato il Sottosegretario di Stato del Ministero della Cultura, Vittorio Sgarbi. Presente, naturalmente, anche l'amministrazione comunale di Ivrea, rappresentata dal sindaco Matteo Chiantore, ma anche da alcuni consiglieri, tra cui Elisabetta Piccoli, la quale, tra l'altro, nel corso del suo mandato da Vicesindaco, aveva già fatto visitare a Sgarbi non solo Ivrea, ma anche la chiesa di San Bernardino. Lui stesso, infatti, ha dichiarato di essere poi tornato più volte a visitare questa splendida testimonianza della cultura rinascimentale.
«Il convento, con la sua chiesa, riuniti nella proprietà e nella gestione del FAI, saranno oggetto di un grande progetto di restauro e valorizzazione, reso possibile dal finanziamento di 6 milioni di euro che il Ministero della Cultura, oggi rappresentato dal Sottosegretario di Stato Vittorio Sgarbi, ha destinato a questo, riconosciuto tra i “Grandi Progetti Beni Culturali” del suo Piano Strategico – ha reso noto il FAI – Elaborato dal FAI, supportato da studi storico-archivistici e campagne diagnostiche, condiviso con la Soprintendenza competente, il progetto di restauro sarà coordinato dallo stesso Ministero attraverso il Segretario regionale come Stazione appaltante».
LA STORIA
Il Convento di San Bernardino, che dal 1908 fu la casa della famiglia Olivetti (Camillo, la moglie ed i loro figli), dagli anni '50 è divenuto sede del Gruppo Sportivo Ricreativo Olivetti. «Tornerà ad essere un centro culturale e ricreativo aperto a tutti», ha dichiarato il FAI.
«Il ciclo sul tramezzo della chiesa francescana d'Ivrea riflette non solo l'esigenza pedagogica del committente di disporre, per l'ascolto delle prediche, di una sorta di bibbia capace di tradurre le scritture in immagini, ma esprime soprattutto i tratti peculiari della devozionalità dei frati minori, che punta a restituire una genuina carica umana al racconto evangelico – si legge nella descrizione dell'opera - Spanzotti si dimostra capace di interpretare in modo esemplare il desiderio del committente, sviluppando una poetica nuova in grado di conferire al racconto la verità e la nobiltà dell'esperienza umana».
IL RESTAURO
«Il cantiere. che aprirà a metà 2024 e durerà due anni, comprenderà: il restauro conservativo degli edifici storici; l'adeguamento normativo, impiantistico e il miglioramento sismico, con massima attenzione a soluzioni per la sostenibilità ambientale e il risparmio energetico; la rifunzionalizzazione degli spazi interni ed esterni, per l'apertura completa e regolare al pubblico e l'offerta di servizi culturali e di accoglienza – ha spiegato il FAI - Si procederà per lotti: dapprima sul convento; poi sulla chiesa; di seguito sulle pertinenze, dai campi da tennis e di bocce, al sentiero attrezzato nel parco sulla collina di Monte Navale. Sarà un recupero complessivo di oltre 40.000 mq di edifici storici e di verde, nel cuore delle architetture della città industriale di Ivrea, riconosciute patrimonio dell'umanità dall'UNESCO».
LA VALORIZZAZIONE CULTURALE
Accanto a quello di restauro, c'è il progetto di valorizzazione culturale, che il FAI ha concepito ed elaborerà nei contenuti, in stretta collaborazione con la Fondazione Adriano Olivetti, e che svilupperà grazie al supporto e alla relazione con gli enti e le risorse del territorio: dal Comune; la Regione Piemonte; la Compagnia di San Paolo, che finanzierà il progetto di valorizzazione del bene; all'Associazione Archivio Storico Olivetti; le Spille d'Oro, che contribuiranno a garantire l'apertura della chiesa al pubblico; alla rete di imprese canavesane, come Icona Srl, proprietaria delle adiacenti Officine ICO, su via Jervis, dove oggi è il Visitor Center, che nel progetto potrà divenire anche l'accesso al Convento di San Bernardino, così integrato nel sito UNESCO».
DEDICATO A GIULIA MARIA CRESPI
A Giulia Maria Crespi, fondatrice del FAI, è dedicato il 72° bene del FAI: «In virtù della profonda sintonia di ideali culturali e civili», hanno spiegato dal FAI.
LE PAROLE DI VITTORIO SGARBI
«La chiesa nella quale siamo è un centro di poesia. E' così che la poesia è estranea ad ogni riferimento video, proiezioni multimediali, una parola che uccide la poesia. Informatizzazione, che pure è pertinente al luogo e alle imprese. Valorizzazione. Una serie di idiozie culminate col Pnrr, in cui c'è la parola Resilienza, una parola mai usata dal pensiero umano, fino a quando uno l'ha inventata e diffusa, insieme a parole come Sinergia, che hanno ucciso ogni poesia. Insieme a questa considerazione, pur conservando l'entusiasmo e la passione della Bruno, devo dire che, quello che mi ha particolarmente turbato, è quello che penso da sempre della mancanza di identità culturale dell'Unesco, che è un grande ente di promozione turistica, ma è un ente essenzialmente inutile, a cui tutti concorrono per avere i benefici di una pubblicità che non corrisponde ai finanziamenti che questo Ministero, invece, ha messo (e che non mette certamente l'Unesco), e che è stata in grado di vincolare il patrimonio dell'Umanità Ivrea, come città industriale, escludendo ciò che appartiene a tutti. Qui è il cuore, ed è una forma di mancanza d'intelligenza non connettere il progetto industriale di un umanista come è stato Olivetti, di Adriano in particolare, con questo luogo che non è soltanto il cuore, ma anche un luogo di religione, ma non intendeva che si potesse fare campagna religiosa tra i suoi dipendenti. Io preferisco il FAI a Unesco, credo che il FAI abbia fatto meglio dell'Unesco, e il fatto che qui ci siano in convergenza Unesco e FAI è la certezza che il FAI contemplerà ai difetti dell'Unesco. Quindi nessun dubbio che qui sarà tutto meraviglioso, come è a Masino e in altri luoghi FAI. FAI è la parte più alta del Ministero della Cultura e delle sue componenti, non riconosciuta, in ombra, che meriterebbe una dirigenza generale. Parlando della Chiesa di San Bernardino, in nessun luogo d'Italia c'è una luce vera come quella che si vede in queste primizie di Spanzotti, che io sento come essenziali, anche se credo che se tra gli Italiani si chiedesse quanti conoscono Fedez e Spanzotti, saremmo 15 milioni a 1. Tuttavia, guardare questi affreschi serve a capire, perché Spanzotti è qualcosa di assoluto, come si può anche evincere dalle parole di Testori».
SPANZOTTI NELLE PAROLE DI GIOVANNI TESTORI, SCRITTORE E CRITICO D'ARTE
Il Convento di San Bernardino, che dal 1908 fu la casa della famiglia Olivetti (Camillo, la moglie ed i loro figli), dagli anni '50 è divenuto sede del Gruppo Sportivo Ricreativo Olivetti. «Tornerà ad essere un centro culturale e ricreativo aperto a tutti», ha dichiarato il FAI.
«Il ciclo sul tramezzo della chiesa francescana d'Ivrea riflette non solo l'esigenza pedagogica del committente di disporre, per l'ascolto delle prediche, di una sorta di bibbia capace di tradurre le scritture in immagini, ma esprime soprattutto i tratti peculiari della devozionalità dei frati minori, che punta a restituire una genuina carica umana al racconto evangelico – si legge nella descrizione dell'opera - Spanzotti si dimostra capace di interpretare in modo esemplare il desiderio del committente, sviluppando una poetica nuova in grado di conferire al racconto la verità e la nobiltà dell'esperienza umana».
IL RESTAURO
«Il cantiere. che aprirà a metà 2024 e durerà due anni, comprenderà: il restauro conservativo degli edifici storici; l'adeguamento normativo, impiantistico e il miglioramento sismico, con massima attenzione a soluzioni per la sostenibilità ambientale e il risparmio energetico; la rifunzionalizzazione degli spazi interni ed esterni, per l'apertura completa e regolare al pubblico e l'offerta di servizi culturali e di accoglienza – ha spiegato il FAI - Si procederà per lotti: dapprima sul convento; poi sulla chiesa; di seguito sulle pertinenze, dai campi da tennis e di bocce, al sentiero attrezzato nel parco sulla collina di Monte Navale. Sarà un recupero complessivo di oltre 40.000 mq di edifici storici e di verde, nel cuore delle architetture della città industriale di Ivrea, riconosciute patrimonio dell'umanità dall'UNESCO».
LA VALORIZZAZIONE CULTURALE
Accanto a quello di restauro, c'è il progetto di valorizzazione culturale, che il FAI ha concepito ed elaborerà nei contenuti, in stretta collaborazione con la Fondazione Adriano Olivetti, e che svilupperà grazie al supporto e alla relazione con gli enti e le risorse del territorio: dal Comune; la Regione Piemonte; la Compagnia di San Paolo, che finanzierà il progetto di valorizzazione del bene; all'Associazione Archivio Storico Olivetti; le Spille d'Oro, che contribuiranno a garantire l'apertura della chiesa al pubblico; alla rete di imprese canavesane, come Icona Srl, proprietaria delle adiacenti Officine ICO, su via Jervis, dove oggi è il Visitor Center, che nel progetto potrà divenire anche l'accesso al Convento di San Bernardino, così integrato nel sito UNESCO».
DEDICATO A GIULIA MARIA CRESPI
A Giulia Maria Crespi, fondatrice del FAI, è dedicato il 72° bene del FAI: «In virtù della profonda sintonia di ideali culturali e civili», hanno spiegato dal FAI.
LE PAROLE DI VITTORIO SGARBI
«La chiesa nella quale siamo è un centro di poesia. E' così che la poesia è estranea ad ogni riferimento video, proiezioni multimediali, una parola che uccide la poesia. Informatizzazione, che pure è pertinente al luogo e alle imprese. Valorizzazione. Una serie di idiozie culminate col Pnrr, in cui c'è la parola Resilienza, una parola mai usata dal pensiero umano, fino a quando uno l'ha inventata e diffusa, insieme a parole come Sinergia, che hanno ucciso ogni poesia. Insieme a questa considerazione, pur conservando l'entusiasmo e la passione della Bruno, devo dire che, quello che mi ha particolarmente turbato, è quello che penso da sempre della mancanza di identità culturale dell'Unesco, che è un grande ente di promozione turistica, ma è un ente essenzialmente inutile, a cui tutti concorrono per avere i benefici di una pubblicità che non corrisponde ai finanziamenti che questo Ministero, invece, ha messo (e che non mette certamente l'Unesco), e che è stata in grado di vincolare il patrimonio dell'Umanità Ivrea, come città industriale, escludendo ciò che appartiene a tutti. Qui è il cuore, ed è una forma di mancanza d'intelligenza non connettere il progetto industriale di un umanista come è stato Olivetti, di Adriano in particolare, con questo luogo che non è soltanto il cuore, ma anche un luogo di religione, ma non intendeva che si potesse fare campagna religiosa tra i suoi dipendenti. Io preferisco il FAI a Unesco, credo che il FAI abbia fatto meglio dell'Unesco, e il fatto che qui ci siano in convergenza Unesco e FAI è la certezza che il FAI contemplerà ai difetti dell'Unesco. Quindi nessun dubbio che qui sarà tutto meraviglioso, come è a Masino e in altri luoghi FAI. FAI è la parte più alta del Ministero della Cultura e delle sue componenti, non riconosciuta, in ombra, che meriterebbe una dirigenza generale. Parlando della Chiesa di San Bernardino, in nessun luogo d'Italia c'è una luce vera come quella che si vede in queste primizie di Spanzotti, che io sento come essenziali, anche se credo che se tra gli Italiani si chiedesse quanti conoscono Fedez e Spanzotti, saremmo 15 milioni a 1. Tuttavia, guardare questi affreschi serve a capire, perché Spanzotti è qualcosa di assoluto, come si può anche evincere dalle parole di Testori».
SPANZOTTI NELLE PAROLE DI GIOVANNI TESTORI, SCRITTORE E CRITICO D'ARTE
«E' una nobiltà nuova – scrive Testori in “Giovanni Martino Spanzotti. Gli affreschi di Ivrea”, Ivrea, Centro Culturale Olivetti, 1958 – quella che si fonda in questi anni nel Nord dell'Italia e alla quale lo Spanzotti offre questo suo inconfondibile tono: una nobiltà umana, anziché umanistica; il fatto riportato alle sue proporzioni reali e quotidiane, contro il fatto dilatato dall'iperbole dell'ideologia; il profondo del particolare, infine, contro l'esteso dell'universale».
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