Genova dopo l´alluvione
25-11-2014 22:27 - CRONACA
GENOVA, di Giada Verre. Il 9 Ottobre 2014 Genova ed alcune zone della provincia sono state colpite da un´alluvione causata da fortissime precipitazioni, 395 mm di pioggia in 24 ore, che ha causato numerosissimi danni e gettato la popolazione nel panico. Tornare a Genova un mese e mezzo dopo l´alluvione è stato come visitare un campo di battaglia a guerra finita. Le ferite portate dall´acqua e dal fango sono fresche, bruciano ancora. Ricordiamo che, proprio in occasione di quell´alluvione, nel comune di Genova, sono esondati il torrente Bisagno, lo Sturla, il Rio Fereggiano, il Noce e il Torbella; mentre in provincia lo Scrivia, lo Stura, l´Entella e il Rio Carpi, coinvolgendo ben quarantatre comuni. Tra il 9 e il 10 Ottobre la situazione sul territorio ligure si rivelava tragica, l´acqua aveva raggiunto l´altezza di un metro e ottanta, travolgendo macchine, case e negozi. Genova Brignole e la principale via XX Settembre erano completamente allagate e molte persone erano state tratte in salvo dai vigili del fuoco. Poco dopo la mezzanotte del 10 Ottobre, venne recuperato il corpo di un uomo, morto annegato, nel tunnel tra via Canevari e la stazione Brignole, e fu dichiarato lo stato di "allerta 2" (livello massimo) sino al 13 Ottobre. Il 16 Ottobre, giornata del funerale dell´uomo morto durante l´alluvione, il comune di Genova ha proclamato il lutto cittadino. Ad un mese e mezzo di distanza da quella violenta alluvione Genova è attualmente una città in ginocchio, che fatica a rialzarsi, che geme e grida, che chiede aiuto. E´ una città che va letta sui muri, dove viene sfogata la rabbia recente, che si aggiunge a vecchie ferite che portano il nome di Carlo Giuliani, della Diaz, del G8. Genova è una città che non vuole più sangue. II danni calcolati per ora ammontano a 250 milioni, di cui 25 soltanto per Genova. La risposta a tutto questo disastro e´ stata una corsa alla solidarietà. La città, come già avvenne in seguito alle alluvioni degli anni passati, ha reagito con l´unione delle persone; sono stati in molti i cittadini genovesi che hanno partecipato per ripulire la loro città, tra cui numerosi giovani, definiti "angeli del fango". I Genovesi sono arrabbiati, ma non sconfitti. E´ stato proprio nel corso del mio recente viaggio a Genova per documentare la situazione attuale, che ho incontrato una ragazza che non avrei mai immaginato con una pala in mano e gli stivali di gomma (troppo giovane per affrontare un tale disastro), e chiedendole com´è stato vedere la sua città a pezzi, com´è stato essere un "angelo del fango", lei mi ha sorriso ed ha risposto chiaramente che "è stata dura, ma eravamo uniti, e ce l´abbiamo fatta". Non ho trovato sconfitta nei suoi occhi, ma una grande forza; la stessa incrociata negli sguardi dei passanti, quella che nasce dopo essere sopravvissuti, dopo aver visto la fine e, uniti, essere stati in grado di trovare la forza per vedere un nuovo inizio, e rialzarsi dal fango.
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